IL DOCUMENTARIO SUL GRANDE SQUALO BIANCO DI J. COUSTEAU LA MICCIA CHE HA ACCESSO LA PASSIONE DI FRANCESCO

Francesco Conti

Mi chiamo Francesco Conti, ho 32 anni, abito in una frazione di Arezzo e sono laureato in Studi Europei presso l'Università di Siena. Attualmente sono impiegato con qualifica di metal controller presso una raffineria di metalli preziosi di Arezzo, insegnante di arti marziali e kick boxer professionista.
Nella mia vita ho vissuto diverse esperienze lavorative e personali, la più importante delle quali presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento pari opportunità.

Quanto detto in effetti c'entra poco con il mondo della biologia, e ancor più con il mondo degli squali, tuttavia la passione per tutto ciò che sta al di sotto del livello dell'acqua (dolce o salata che sia) ha da sempre accompagnato la mia vita.
Sono cresciuto con un acquario in casa, imparando a prendermi cura dei suoi piccoli abitanti. Ho iniziato allevando pesci tropicali e Trachemys (le tartarughine dalle orecchie rosse) e sono finito a gestire tre laghetti con tartarughe acquatiche, pesci d'acqua fredda e due acquari con pesci tropicali e Sternotherus (tartarughe del muschio), tutt'ora in attività.
Uno dei primi ricordi riguardo il mondo degli squali è una VHS, compratami da mio padre in edicola (e che tutt'ora custodisco gelosamente), con il documentario del comandante J.Cousteau “Il Grande Squalo Bianco”. Penso di averla vista decine di volte, e su un bambino con tanta voglia di conoscenza è stata davvero la miccia che ha acceso la mia passione.

Quale è stato il tuo primo contatto con il Centro Studi Squali di Massa Marittima ?

Il Centro Studi Squali è stata la più bella novità dell'anno passato. Ho iniziato una ricerca online per cercare di capire se fosse stato possibile realizzare quello che avevo visto in quella VHS da piccolo, ossia immergersi tra i grandi squali bianchi, e per caso mi sono imbattuto in una struttura che offriva la possibilità di un approccio “non vacanziero”, bensì scientifico. Sarebbe stata una spedizione vera e propria, insieme a professionisti del settore. Per questo non ho aspettato un giorno ad inviare la mia candidatura. Devo dire che fino alla conferma finale del Prof. Micarelli non ci ho mai sperato, ma poi sono esploso di gioia. Era davvero l'avventura che aspettavo da sempre.

Hai mai avuto esperienze di immersione fra gli squali ?

F.Conti - Cage Diving - Sudafrica
Prima del viaggio a Gansbaai in Sudafrica non ho mai avuto esperienze di immersioni con gli squali. Ho sempre adorato fare snorkeling all'Argentario e sulla costa toscana, ma soprattutto visitare i grandi acquari aperti al pubblico. Si può dire che abbia sempre preferito un approccio da studio su banco rispetto a vivere personalmente esperienze del genere, ma stavolta era il momento giusto per osare.

Quale era il tuo compito in barca e quali apparecchiature ti sono state affidate ?

Il compito principale assegnatomi durante il briefing pre-spedizione, assieme al mio fido compagno Giorgio Tournon, era quello di effettuare le analisi chimico fisiche dell'acqua (temperatura, salinità, nitriti) e misurarne la trasparenza attraverso l'utilizzo del disco di Secchi. Inoltre dovevamo riprendere gli squali bianchi attraverso l'utilizzo di un dispositivo composto da una telecamera fissata al centro di un supporto con due laser alle estremità. Questo metodo può consentire in seguito di calcolare la lunghezza dell'esemplare sotto esame (i laser paralleli diretti sullo squalo garantiscono un riferimento metrico esatto nell'analisi dei frame video, consentendo un margine di errore inferiore rispetto ai calcoli precedenti effettuati mediante confronto con strutture fisiche vicine come la barca o la gabbia stessa).
S.Carli, F. Conti, G. Tournon
Ogni mattina o pomeriggio, appena gettata l'ancora, raccoglievo un campione di acqua marina che poi conservavamo per analizzare la sera al Saxon Lodge e subito provvedevo assieme a Giorgio alla misurazione della visibilità. Queste misurazioni risultavano altamente interessanti per tutti i volontari e biologi, accendendo a volte anche animate discussioni.

Quali fra i temi toccati dalle conferenze serali sono risultati per te più utili ? 

Come approccio personale alla materia e per il fatto che, come già detto, sono affamato di conoscenza scientifica, ho trovato interessantissime le conferenze a corollario della spedizione. 
Ad oggi non so dire se è stato il modo di spiegare di Primo, oppure l'argomento stesso a suscitarmi particolare interesse (o semplicemente entrambi), ma mi sono trovato attento alle spiegazioni come quando frequentavo i corsi all'Università ed è stata la parte riguardante l’evoluzione degli squali ad appassionarmi maggiormente.

Foto di F. Conti per CSS
Proprio le nuove informazioni su questa specie e l’approfondimento sulle interazioni con l’ambiente circostante mi hanno fatto riflettere in un modo totalmente nuovo sull'attuale ecosistema marino ma ancor più in generale sull'ecosistema pianeta. Il rapido surriscaldamento climatico che la nostra generazione sta osservando, documentato ormai empiricamente e purtroppo non smentibile (anche se qualche governante si ostina ad affermare il contrario), oltre alla pesca intensiva e fuori legge, sono la causa della progressiva distruzione degli habitat di questi possenti ma fragili animali. 
Approfondire le conoscenze sugli squali significa evitare di essere l’ultima generazione che vedrà in vita questi magnifici animali. E soprattutto, cosa ancor più fondamentale, trovare il modo di fare pressione sui governi del pianeta affinché rendano prioritarie politiche pubbliche atte a preservare gli ecosistemi naturali (ad esempio vietare globalmente la caccia alle balene o la pesca agli squali per le pinne, particolarmente in voga nei paesi asiatici). 
Oserei dire che dovremmo smettere di concentrarci solo sul PIL, perché il mondo intorno a noi sta morendo.

Cosa pensi del volontariato a sostegno del lavoro di ricerca del CSS sugli squali? Consiglieresti questa esperienza ?

Credo che il lavoro dei volontari e degli appassionati sia oltremodo di fondamentale aiuto agli studiosi, sia perché le risorse destinate dagli enti pubblici sono davvero irrisorie, sia perché con il coinvolgimente del grande pubblico è possibile garantire quel passaparola necessario ad aumentare il dibattito su questi argomenti, raggiungendo ambienti diversi rispetto a quelli accademici o prettamente di settore. 
Ritengo che quante più persone sono coinvolte, tanto più la sensibilità pubblica sarà toccata, e se i mass media inizieranno a scrivere in modo diverso sugli squali invece di diffondere soltanto notizie sugli sparuti attacchi all’uomo (numeri davvero ridicoli se messi a confronto p.e. con le morti da selfie), allora i governi e gli enti pubblici saranno indotti a portare avanti politiche utili sulla salvaguardia degli ecosistemi naturali (vedi le nuove direttive sulle plastiche monouso). 

Forse è tempo di considerare il grande squalo bianco come il vero termometro della salute degli oceani e del nostro pianeta. Se i nostri figli vivranno in un mondo senza questa magnifica creatura, significherà che forse è davvero tardi per tornare indietro. 
Ma noi cercheremo di fare quanto in nostro potere affinché l'ultimo grande, preistorico predatore marino, possa continuare a nuotare libero nei mari e far sognare milioni di bambini (e di adulti), come è stato per me.

Sostenere il Centro Studi Squali significa tutto questo. 
La sua forza è proprio quella di essere indipendente dalla politica essendo un ente privato no profit che porta avanti la propria missione con il supporto dei volontari. Non vive di fondi pubblici, ma opera soltanto grazie al lavoro volontario di tutti noi e grazie alla collaborazione scientifica in Italia con le università di Siena e della Calabria e in Sudafrica di Stellenbosch. 
In 19 anni ha prodotto più di 40 tesi di laurea e almeno 4 dottorati e questo ha contribuito nell’estate 2018 al riconoscimento di istituto scientifico dal Mipaaft e dalla Regione Toscana poi come centro di riferimento.


RINGRAZIAMENTI

Intendo fare il primo ringraziamento a Primo Micarelli, colui che ha permesso la realizzazione di una delle esperienze più importanti della mia vita, ed a Paola, perfetta co-leader della spedizione.
A Giorgio, grande collega di lavoro e soprattutto compagno di sofferenze durante il quarto di finale Ajax-Juventus (vista in diretta al Saxon Lodge come premio finale dopo una lunga settimana di lavoro). Ai miei compagni di stanza Sebastiano e Michele, che sono riusciti a sopportarmi per 10 giorni evitando di lanciarmi dalla finestra durant2e la notte. Ai miei compagni di pulmino, Davide, Federico e Sabrina, con i quali ho condiviso chiacchiere e dormite durante le nostre lunghe trasferte in giro per il Sudafrica. A Stefano, con il quale mi consolavo per la nostra dieta non proprio da sportivi. Ad Angelo, perché mi ha ricordato che non serve un letto per dormire. A Carlos, grandissimo fotografo. E ad Emanuele, perché ha risvegliato in noi emozioni di Fantozziana memoria (in ricordo del grande Paolo Villaggio) fissando definitivamente nelle nostri menti il significato di “cazzi quella gòmena”. A tutti gli altri, nessuno escluso, per i bellissimi momenti passati insieme.
Cape Aghulas
E noi del CSS per ringraziare Francesco e tutti i volontari di ieri e di oggi vogliamo citare le parole di una grande naturalista, Sylvia A. Earle
"My heroes are individuals who are doing what they can to influence the people around them to care for sharks, the ocean, and the natural world"

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